Non di rado ci capita che un oggetto, un profumo e un gusto rievochino in un batter di ciglia il tempo passato, momenti fuggiti il cui ricordo alberga ancora in noi. Come la celebre Madeleine, nel capolavoro letterario di Marcel Proust “Alla ricerca del tempo perduto”, evoca al narratore ricordi lontani, così in un attimo il più banale degli oggetti può farci sprofondare nella memoria fino a farci sentire i profumi intensi della nostra infanzia.
Nella quotidianità non c’è niente di più efficace della marmellata per farci sentire di nuovo bambini, una frazione di secondo in cui un periodo della vita, per la maggior parte di noi, estremamente felice ci si para davanti e ci avvolge. Una carrellata di fotogrammi che ci vedono sempre pronti ad affondare il “vorace” cucchiaio nel barattolo di vetro colmo di succulento piacere, con le nostre madri di contro sempre pronte ad intervenire per scongiurare l’ennesima indigestione.
La marmellata, una grande invenzione nata per l’esigenza di conservare la frutta raccolta in stagione così da poterla gustare nei periodi in cui era difficile da trovare, è divenuta poi un prodotto di uso comune in particolare per i bambini. Diciamolo con chiarezza, spesso e volentieri, perlomeno per la generazione di baby boomers, il ricorso alla marmellata era il modo che le nostre mamme escogitavano per farci mangiare un po’ di frutta. Non era la stessa cosa, lo sappiamo perfettamente, e in particolar modo in quegli anni, ma con che gioia eravamo sempre pronti a farci “beccare con le mani nella marmellata”.
Negli anni ’60 e ’70 l’uso di marmellate di frutta divenne sempre più consistente, grazie anche all’imponente sviluppo della grande distribuzione, ma i prodotti più commerciali che si trovavano negli scaffali dei supermercati non erano proprio sinonimo di qualità alimentare. Spesso e volentieri di frutta c’era soltanto l’ombra e con zuccheri e conservanti si raggiungeva l’obbiettivo di sollecitare il palato ma nello stesso tempo si minava la salute dei consumatori. Grandi passi in avanti sono stati fatti da allora e la cultura del buon cibo, che privilegia la qualità del prodotto e i suoi aspetti salutari, ha preso il sopravvento sulla cultura del guadagno fine a se stesso.
Ma alcune aziende del settore, fin dalla loro origine, hanno fatto della qualità il proprio marchio distintivo offendo ai propri clienti e ai loro “piccoli” marmellate e conserve che coniugavano con sapienza gusto e genuinità. Nella nostra terra toscana “F.lli Chiaverini” rappresentano un fulgido esempio di impresa che è riuscita in questo intento e non è un caso se le loro marmellate sono sempre più conosciute ed apprezzate in Italia e nel resto del mondo.
La loro appassionante storia è ben ricordata nel loro sito ufficiale.
“Correva l’anno 1928, i giovani fratelli Chiaverini decidono di fondare una piccola impresa per la produzione di marmellate e conserve, appena fuori le mura della città di Firenze.
La frutta veniva selezionata e acquistata dai contadini della zona, portata nelle cucine della neonata azienda familiare e trasformata in marmellate. I contenitori erano piccoli mastelli di legno che venivano disposti in cestini di vimini e trasportati in bicicletta nelle botteghe della città, che a loro volta vendevano il prodotto a peso, nella carta oleata.
Nel 1930 nasce il celebre contenitore di cartone e alluminio che riesce a varcare anche i confini nazionali, grazie all’espansione del commercio fiorentino con esponenti dell’Ambasciata inglese. Dopo qualche anno, le marmellate dei fratelli Chiaverini non sono richieste solo dalle botteghe di alimentari: vengono introdotte le latte da 5 kg per far fronte anche alle richieste delle pasticcerie. Il successo incrementa la produzione; i pentoloni nati per la cottura di frutta e zucchero fanno presto posto ai bollitori progettati dagli stessi fondatori, per essere in grado di raddoppiare la produzione.
E anche le consegne si evolvono: mentre Federico Fellini gira il film “La Dolce Vita”, i fratelli Chiaverini introducono la Lambretta. Il laboratorio di Via Locatelli mantiene la sua tradizione manuale e artigianale ma, pian piano, viene trasformato in stabilimento. Negli anni ’70 viene aperto il reparto interno di ricerca e controllo della qualità, per seguire e monitorare la produzione in tutte le sue fasi.
Sul finire del millennio viene introdotto il vasetto colorato, con apertura a strappo e coperchio salva aroma, uguale nella forma e nel design ma in polipropilene per alimenti, che andrà a sostituire il vecchio contenitore in cartone alluminato degli anni ’30.
Poi l’attenzione alle tendenze e agli orientamenti del mercato, porta la fratelli Chiaverini ad iniziare la produzione di confetture e marmellate con frutta proveniente da agricoltura biologica. Molta strada è stata fatta in questi 90 anni dai mastelli di legno, ma la qualità è ancora quella delle origini e le ricette sono ancora oggi quelle di famiglia, tramandate di generazione in generazione, per un sapore che è diventato storia.”
Passando infine all’utilizzo delle marmellate le prime cose che ci vengono in mente sono le crostate e gli abbinamenti con i formaggi. Lasciamo un attimo da parte il capitolo abbinamenti in quanto argomento di estrema complessità che ci riserviamo di affrontare in altra occasione.
Le ricette di crostate con utilizzo di marmellata di frutta sono numerosissime e noi ve ne proponiamo alcune che potrete realizzare utilizzando i meravigliosi prodotti dei “F.lii Chiaverini”. Vi sarà sufficiente cliccare sui nomi e scaricarle.
I Muffin con la marmellata. Potete utilizzare qualsiasi tipo di marmellata ma una delle più adatte, anche secondo tradizione, è quella con i mirtilli selvatici.
Torta al formaggio con la marmellata. Assomiglia molto al cheesecake ma con la differenza che si utilizza come base la pasta frolla esattamente come per una crostata. Le marmellate da utilizzare sono quelle a base di frutti rossi e neri, come frutti di bosco, more di rovo selvatico, fragole, lamponi, visciole e ciliegie.
Crostata con fiocchi d’avena. I fiocchi d’avena vengono utilizzati all’interno dell’impasto modificandone il gusto e la consistenza. Adatti per qualsiasi marmellata che ovviamente ne condizionerà il gusto, come mele renette o smith, arancia con scorze e tante altre.
Glassa per torte di frutta. Si utilizza per i dolci a base di frutta e ne ricopre la superficie per impedirne l’imbrunimento. I gusti più adatti sono quelli all’albicocca e alla pesca.
Inoltre potreste divertirvi ad arricchire le vostre marmellate con polveri e spezie, come il peperoncino Banana Pepper, che è uno dei più adatti, con la scorza di limone oppure di lime o una grattata di zenzero fresco oppure il loro succo.
Infine una precisazione doverosa. I prodotti dei “F.lli Chiaverini” li abbiamo chiamati tutti comunemente marmellate ma in realtà avremmo dovuto indicarli come confetture nella stragrande maggioranza dei casi. Infatti le confetture hanno una quantità di frutta notevolmente superiore a quella delle marmellate e ancor di più le confetture extra.
La marmellata è fatta da zucchero e agrumi, come arancia, mandarino, limone, cedro, bergamotto, pompelmo) in cui la percentuale di frutta è almeno di 20%. La confettura invece viene prodotta con tutti gli altri tipi di frutta con la percentuale non inferiore al 35% e aumenta fino al 45% nel caso della confettura extra.
Condividi su: