Per quanto possa sembrare banale la prima regola da seguire è la qualità delle materie prime. Scegliete una pasta che abbia abbastanza porosità da poter assorbire il vostro condimento e in questo caso la dicitura trafilata al bronzo o trafilata in oro potrebbe aiutarvi. Ma basterà osservare ad occhio nudo per cogliere immediatamente la differenza tra una pasta liscia e una porosa.
Visto che ogni sugo richiede l’utilizzo dell’olio di oliva usate un olio extravergine (EVO). In questo caso non dovrete risparmiare perché un buon extravergine non te lo regalano e pertanto sarà il caso che diffidiate di prezzi stracciati.
Usate sempre acqua in abbondanza. La pasta disperde gli amidi in cottura e se l’acqua diventa torbida è un segnale di eccessivo rilascio e la stessa pasta potrebbe non tenere la giusta cottura.
Il sale, che si consiglia di usare grosso per regolare correttamente la salatura, deve essere aggiunto o in fase iniziale o al raggiungimento dell’ebollizione così da farlo assorbire al meglio.
Per mantenere la cottura “al dente” è buona regola assaggiare sempre perché i tempi giusti potrebbero essere più brevi di quelli indicati. La cottura al dente è molto importante per mantenere basso l’indice glicemico.
La mantecatura della pasta è sempre consigliata poiché aiuta ad assorbire il condimento aumentandone la cremosità. Per ottenerne una perfetta dovete per prima cosa disporre di una padella capiente dove verrà scaldato il vostro condimento, se a base di olio facendo attenzione di non scaldarlo troppo, e , dopo aver tolto la pasta dall’acqua un paio di minuti prima della cottura, unitela al condimento su fuoco vivo mescolando continuamente per un paio di minuti, aggiungendo l’acqua di cottura lasciata da parte, un filo d’olio e volendo, a fine mantecatura una manciata di buon formaggio stagionato del tipo parmigiano finemente grattato.
Infine impiattate ricordando che condimenti come pepe, prezzemolo e basilico vanno aggiunti a termine di cottura perché mantengano la freschezza e non rilascino il sentore amarognolo.
Un filo d’olio a crudo finale rappresenta un vero tocco da chef!
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